Il giorno di Trullo, presentato il nuovo coach: ¨Matelica è un progetto e una sfida per me¨
L’arrivo
a Matelica venerdì scorso, domenica già in panchina a dirigere la Halley
a un centimetro dall’impresa contro Faenza. Sono stati giorni a dir poco
intensi per coach Antonio Trullo, che questa settimana sta iniziando a
prendere davvero confidenza con la sua nuova casa. Oggi pomeriggio c’è stato tempo
anche per la sua presentazione ufficiale, nei locali della sala conferenze
della Fondazione Il Vallato.
Ai
suoi lati il general manager Stefano Bruzzechesse e il direttore
sportivo Luca Usberti, che hanno parlato di come si è arrivati alla
scelta di salutare dopo un triennio ricco di soddisfazioni Lorenzo Cecchini e
di dare fiducia a uno dei veterani del basket nostrano. «E’ stata una scelta legata ai risultati – precisa Bruzzechesse
– volevamo provare a dare una scossa all’ambiente e dire che come società ci
siamo. Chiaramente ringraziamo Lollo per quello che ha fatto in questi tre anni
e spiccioli con la Vigor, perché oltre al salto di categoria ha contribuito in
maniera importante a farci crescere come società. La scelta di Tony è data
dalla volontà di crescere: ingaggiare un personaggio come lui, che non ha
bisogno di presentazioni con un curriculum che parla per lui, è il segno che
noi vogliamo restare in questa categoria e che lui potrà darci una mano in tal
senso. Speriamo che la strada sia tracciata in positivo ora e di riprendere
insomma quel “foglio rosa” che ci manca da un po’ troppo di tempo. Siamo
fiduciosi, vogliamo risalire la china e tornare a gioire. Lo scotto del salto di
categoria è stato abbondantemente pagato, vogliamo dimostrare di essere una
matricola e un agnello sacrificale».
«Innanzitutto, mi unisco al ringraziamento a
Lollo, è stata una scelta dolorosa e sicuramente ha pagato lui per colpe anche
non sue, che dobbiamo dividerci tra società, allenatore e giocatore – fa eco Usberti – quando abbiamo iniziato a valutare l’idea di
cambiare allenatore, ci sono stati proposti dei nomi, ma quando lunedì scorso è
arrivata una telefonata con il nome di Tony abbiamo fermato tutti gli altri
discorsi e ci siamo indirizzati su di lui. È un allenatore di grandissima
esperienza in tutte le categorie, dalla A2 alla B passando per quella da assistente
in A. Ha fatto sempre molto bene, sia con squadre attrezzate che con altre più
giovani. Io l’ho incontrato che ero molto giovane, c’è una stima reciproca.
Abbiamo fatto una lunga chiacchierata prima per telefono e poi di persona,
spiegandogli portare Tony a Matelica significava che ci crediamo ancora. Noi vogliamo
fare bene e provare ad entrare negli spareggi per restare in B. Sono contento
che abbia accettato questa sfida e per lui è davvero tale: arrivare in una
squadra che è 0-7, firmare il venerdì e andare in panchina la domenica non è da
tutti. Lo ringrazio per questo, spero che si troverà bene e spero che ci toglieremo
belle soddisfazioni. Abbiamo messo a lungo sotto una vera corazzata come
Faenza, palesando quei limiti soprattutto mentali che abbiamo sempre avuto, e domenica
andiamo a Rieti, poi ci sarà un trittico di partite nel quale dovremo iniziare
a vincere. Di imprese è pieno lo sport, siamo convinti di poterne fare una
anche noi».
Coach
Trullo tornava in panchina domenica dopo un anno e mezzo dalla gara 5 di finale
per la promozione in A2 persa con la sua Roseto sul campo di Nardò. Da una
sfida all’altra, completamente diversa, ma ugualmente stimolante. «Ho avuto colloqui con altre squadre in questi anni, ma non ho mai
accettato perché cercavo questo tipo di sfida – spiega il coach abruzzese –
Usberti mi ha parlato di una società che vuole crescere e stabilizzarsi a
livello di Serie B, senza fare voli pindarici ma con serietà. Non volevo venire
per 4-5 mesi, ma pensare a un progetto a lunga scadenza, io cercherò di mettere
tutta la mia esperienza per iniziare a vincere qualche partita e arrivare a
giocarci un posto negli spareggi per la B. E’ chiaro che subentrare il venerdì
e allenare la domenica non è stato facilissimo, ma devo dire che ho trovato una
squadra predisposta al lavoro, che nei due giorni di allenamento che ho fatto
ha cercato di seguire i miei dettami e alcune regole che ho dato. Vedo una
squadra pronta ad uscire da questo 0-8, anche se il calendario non ci ha aiutato:
siamo andati a tanto così dal vincere con Faenza, e sarebbe stata una bella
botta di fiducia, e ora abbiamo Rieti, una gara che dobbiamo giocare come
domenica scorsa per poi vedere come va a finire. A seguire avremo tre partite nelle
quali dovremo essere sul pezzo e cercare di vincere. Conoscevo 3-4 giocatori
per averli avuti da avversari, mentre i reduci dalla Serie C li avevo visti solo
nella finale dello scorso anno a Pescara: devo cominciare a conoscere meglio
tutti quanti. Dal punto di vista tecnico, come si è visto un po’ già domenica,
voglio una squadra che giochi a ritmo più alto: la Halley segna 72 punti a
partita, contro Faenza abbiamo cercato di alzare il livello, ma anche in difesa
già da venerdì ho inserito alcuni concetti, come la zona e la zone press. È ovvio
che ci voglia tempo per fare meglio queste cose, ma i cardini questi sono: dobbiamo
alzare il ritmo per trovare soluzioni più facili di quelle a metà campo, non
possiamo giocarcela ai 24” con squadre più strutturate di noi. Con Luca, poi,
siamo d’accordo che, eventualmente, una volta studiata la situazione, potremo
andare a toccare qualcosa nel roster».
Obiettivo 12° posto, quindi: una piazza che ora è
lontana 4 punti ma per la quale competono praticamente tutti. «C’è grande
equilibrio, soprattutto in fondo – dice Trullo – in questa situazione
alla squadra ho chiesto di non fare calcoli, ma di guardare domenica dopo
domenica, cercando di vincerne il più possibile. Il livello, rispetto al girone
D, mi sembra un po’ più alto, ma ci sono squadre che possiamo raggiungere e
giocarci tranquillamente quel 12° posto. Ma poi, una volta arrivati 12°, ci
sarebbe da giocarsela con la 5°, ovvero con una squadra che ha sfiorato i
playoff. Ecco perché è una bella sfida, ma a me piacciono queste cose e spero
di riuscire a dare qualcosa in più».
Per Trullo non è la prima volta nelle Marche:
aveva già allenato a Montegranaro nel biennio 1995-1997. «Ovviamente
la zona la conoscevo, quando ero a Montegranaro si girava anche qui intorno per
amichevoli e altro – racconta il neo coach biancorosso – ma a Matelica
avevo solo giocato una vita fa, quando ancora giocavo nelle giovanili. La Vigor
è rimasta sempre a livello di Serie C, non l’ho mai avuta come avversaria. A
Montegranaro però ero stato molto bene e trovo molte analogie con Matelica: un
ambiente familiare e molto appassionato. Tra l’altro nel mio secondo anno, con
una squadra con tanti giovani, sfiorammo la Serie A. Chissà che non sia di buon
auspicio… ad ogni modo, saluto tutti i tifosi e spero di dar loro qualche
soddisfazione. Ho visto domenica tanta gente sugli spalti nonostante la squadra
non abbia ancora vinto: quello che chiedo loro è di continuare a starci vicino,
anche se è chiaro che molto dipenderà da cosa sapremo fare noi».